Un mese fa la scomparsa di Gabriele Minì, figlio dell’ex Direttore Generale dell’Ircac

 

 

Un mese fa,  il 3 ottobre, se ne andava prematuramente Gabriele Minì, lasciando affranti e sgomenti tutti noi, colleghi del padre da oltre un trentennio, che lo avevamo conosciuto bambino , ragazzo e poi uomo.

La sua morte è stata uno strappo che nessuno potrà mai ricucire. Uno strappo nei nostri affetti,  nelle nostre certezze, nelle nostre speranze.

Ezio Minì, padre di Gabriele, è stato non solo capo dell’ufficio legale prima e direttore generale poi, non solo collega ma anche amico di noi tutti. E all’amico ci stringiamo per fargli sentire che siamo qui, partecipi al suo dolore, al dolore di tutta la famiglia.

Gabriele e Massimiliano, il figlio maggiore, erano il suo orgoglio e la sua gioia, sentimenti che condivideva con la moglie Gabriella, una madre attenta ed affettuosa, presente ed allegra, sempre.

Ha sostenuto tutti durante la malattia di Gabriele e alla sua veglia funebre piuttosto che dispensare lacrime e dolore, ha condiviso con tutti ricordi felici della vita di Gabriele e della vita con Gabriele.

Il mio ultimo ricordo è un aperitivo con Ezio e i nostri figli. Gabriele già malato ma indomito, coraggioso, ricco di progetti e speranza.

Lo ricordo così, in un pomeriggio milanese assolato, durante una conversazione fatta di programmi per il futuro. Un futuro che la malattia gli ha negato ma che lui avrebbe costruito ricco di successi e traguardi, raggiunti grazie alla sua intelligenza caparbia e al suo irriducibile ottimismo.

E’ passato un mese ma sembra ieri o sembra trascorsa una vita.

Noi ti ricordiamo tutti con malinconia, con tristezza, con allegria.

Ciao Gabriele.